NUOVE STORIE A CORREBOI

Dopo le disostruzioni e le esplorazioni del 2012/13 si era persa continuità ma non è stata mai abbandonata la curiosità per quel cunicolo che tira tanta aria e in tempi piovosi crea l’arrivo di un torrentello che poi va a infilarsi alla base della calata in un buco che punta in direzione della base del pozzo cascata. Negli anni dopo il 2013 noi ci siamo sempre entrati almeno una volta l’anno, all’inizio ci seguivano gli amici dello Speleo Club Nuoro e Gruppo Grotte Ogliastra, occasionalmente anche gli Amici del Fante di Monfalcone. Ultimamente ci hanno accompagnato i gruppi di Cagliari dello Spano, Unione Speleologica Cagliaritana e Centro Speleologico Cagliaritano, con loro soprattutto per l’entusiasmo di Davide Godani che si è unito al mio e di Cinzia siamo finalmente riusciti a raschiare gli ultimi strati di roccia dall’alto e ghiaia dal basso così che finalmente Domenica 20 Novembre siamo andati oltre. Come sempre quando si ottengono risultati speleologici c'è un ottimo lavoro di di squadra, tanti speleo si sono avvicendati, qualcuno si stancava di farsi lividi nell’avvicinamento ma qualche altro si incuriosiva dai nostri racconti, in realtà Correboi è di quelle grotte che o te ne innamori o la rifiuti, non è comoda per niente, per arrivare in fondo sono solo trecento metri ma ci vogliono quasi due ore, da questo chi si capisce di che tipo di grotta si tratta. Domenica 20 Novembre eravamo in undici, un ottimo numero per darci il cambio sul fronte per non sfiancare sempre gli stessi animali da scavo, era già stato previsto la volta precedente e infatti siamo passati ma eravamo illusi che poi ci saremmo messi in piedi per correre con i capelli al vento, illusione ottica era stata, al di la solo in ginocchio in uno spazio lungo due metri, giusto proprio per continuare a togliere ancora un po' di materiale e finalmente passare oltre dove dopo comunque ancora in ginocchio per una cinquantina di metri. Il cunicolo qui continua nella stessa direzione, si presenta con un ottimo addobbo di concrezioni, le più curiose sono delle cannule nere, la ghiaia è più cementata, va leggermente in salita e nel tratto finale qualche piccola pozza d’acqua dove poi va di nuovo inesorabilmente a stringere, lasciando solo un piccolo pertugio che trovando speleo di buona volontà potrebbero insistere con una disostruzione ma il posto è veramente stretto anche per lavorarci. Noi speleo siamo fatti così non ci perdiamo d’animo e gioiamo anche di piccole esplorazioni, d’altronde è stato già scritto che Correboi si concede si ma piano piano. Adesso inizia la stagione delle piogge e quella zona oltre con l’aria si presenterà anche con l’acqua fredda, ricordo che la grotta si apre a più di 1000 metri s.l.m. e se ti bagni li dentro è difficile riuscire a stare fermo in un cunicolo per il freddo. Guardando poi, con l’aiuto di Gianni la carta geologica si nota che la proiezione della planimetria evidenzia che stiamo arrivando al contatto tra marmo e scisti, sotto le falesie di Monte Bruttu, di conseguenza un bel giro esterno su quella linea sarebbe opportuno per capire se è presente qualche piccolo inghiottitoio o addirittura un altro ingresso alto che ci aiuterebbe a capire meglio il carsismo della zona. In passato abbiamo già fatto battute esterne ma in realtà non avevamo ben capito la linea da seguire, ora sta diventando più chiaro. Tore Buschettu